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Ancora 1

Il carretto siciliano:

un ricordo del passato

“Il carretto siciliano non esiste più”, questo è il pensiero comune riguardo il simbolo per eccellenza dell’arte siciliana, considerato ormai un vecchio ricordo dimenticato. Un tempo troneggiava per le strade urlando lo sfarzo del suo proprietario, facendo sfoggio dei suoi vividi colori.  Un tempo la melodia delle sue ruote, della sua ferratura e dei suoi sonagli attirava l’interesse delle massaie, le quali si affacciavano all’uscio di casa con ancora il canovaccio per asciugarsi fra le mani. Quel suono, riecheggiando per le strade, spingeva i bambini ad accalcarsi intorno al carretto, indicando i propri beniamini dipinti nei quadri delle sponde o ricamati nelle fastose bardature del cavallo. Un tempo il carretto era soggetto imprescindibile nella vita di un uomo siciliano che investiva su di esso i propri sacrifici, perché cavallo e carretto erano la ricchezza della famiglia.

Tutto ciò oggi è ormai dimenticato, è vero. Ma ciò che è dimenticato non necessariamente significa che non esiste più.

Il carretto c’è. Esistono pochi angoli, in Sicilia, in cui una mano ancora intaglia una sponda, mentre da un’altra parte un pennello decora ancora il carretto siciliano rispettando la sua storia e la sua arte tradizionale. Esiste ancora qualcuno che sa come si ricama una bardatura di cavallo, esiste qualcuno che ne conosce la storia.

Noi siamo gli ultimi artigiani del carretto, carradori, pittori e siddunari. Incarniamo ciò che è rimasto del carretto, facciamo in modo che ci sia ancora differenza fra “non esistere” ed “essere dimenticato”. E, affinché la gente riscopra ciò che è stato scordato, ci imponiamo l’impegno di divulgare l’arte del carretto, affinché quello che ormai è solo un piccolo seme possa diffondersi, rifiorire.

Desideriamo condividere quello che il nostro antico mestiere ci ha insegnato con tutti coloro che vogliono conoscere l’arte del carretto, organizzando laboratori didattici affinché gli interessati possano scoprire che la pittura del carretto non è un ammasso di colori senza senso ma vi è invece un certo ordine, uno studio, una tradizione da rispecchiare, una motivazione dietro ogni colpo di pennello.

Desideriamo mostrare il carretto mentre compie ciò per cui è nato: muoversi sulla strada dandogli la possibilità di esibire la sua eleganza, frutto dell’interazione fra il carretto, il cavallo, le sue bardature e l’abilità del carrettiere che lo guida. Tutto ciò organizzando sfilate, eventi relativi al folclore siciliano, ricostruzioni storiche, manifestazioni in cui sia possibile divulgare un po’ della nostra tradizione.

Vogliamo che anche le nuove generazioni riscoprano quello che fu il nostro orgoglio, che rivalutino l’importanza del lavoro artigianale, che rivivano la storia della Sicilia per poterne apprezzare le peculiarità, in modo che nessuno dica ancora “il carretto siciliano non esiste più”.

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